Il sito dell’Heritage di Generali si arricchisce di una nuova banca dati che vede come protagoniste undici importanti commesse da parte della Compagnia per onorare la memoria e l’operato dei propri dirigenti: la raccolta dei busti in marmo e in bronzo dei presidenti.

La tradizione inizia nel 1878 in occasione del 40° anno di attività del segretario generale Masino Levi come segno di stima e riconoscimento da parte della Direzione, e soprattutto come esempio per gli impiegati «per confermare in esso la persuasione, che chi serve il nostro stabilimento in modo esemplare ed indefesso, e può raggiungere le più alte cariche sociali, e godere fino agli ultimi giorni della più alta estimazione […]».

Interessante è l’aneddoto che Massimo De Grassi racconta in un saggio sull’autore del busto, Francesco Pezzicar (il nome compare sull’opera stessa), di origine triestina, citando un articolo relativo all’opera pubblicato dal quotidiano di Trieste «Il Cittadino» del 06 giugno 1879: pare che alcuni anni prima lo scultore, dopo aver visto Masino Levi intento a leggere un giornale al tavolo di un caffè, avesse fatto notare agli amici la «caratteristica ed intelligente fisionomia di quel signore», esprimendo il «desiderio di riprodurla in marmo ed imprimerle col mio scalpello la vita che l’anima, l’intelligenza che l’irradia».

Busti dei presidenti di Generali, XIX-XX sec. / ph. Massimo Goina

A cinque anni dalla scomparsa del presidente Marco Besso, nel 1925, Generali decide di onorarlo con la realizzazione di un busto commemorativo «tenuto conto dei suoi meriti insigni». L’incarico viene proposto allo scultore Gigi Supino, genovese di nascita, già ben affermato a livello nazionale e autore di altre commesse per la Compagnia, come la medaglia per il 100° di fondazione e il monumento ai caduti della prima guerra mondiale, tutt’ora esposto nell’atrio principale di palazzo Geiringer a Trieste, prima sede storica di Generali.

Adolaire Plisnier, Busto di Edgardo Morpurgo, 1955 / ph. Massimo Goina

La terza commessa, ovvero il busto di Edgardo Morpurgo, è da inserirsi nel programma delle manifestazioni per il 125° anniversario di fondazione della Compagnia: con l’inaugurazione dell’opera si volle così «onorare il passato» all’interno di un cerimoniale «familiare» ma sentito. Il busto reca la firma dell’autore, il triestino Adolare Plisnier, come sugli altri busti commissionatigli negli anni cinquanta del Novecento, ovvero quelli di Giuseppe Volpi di Misurata, Antonio Cosulich, Mario Abbiate, Mario Tripcovich e Camillo Giussani.

Il muggesano Ugo Carà (nome d’arte di Ugo Carabaich, poi italianizzato in Carabei) inaugura la serie dei busti in bronzo, gli ultimi realizzati prima di passare alla fotografia: a sua firma quello di Gino Baroncini degli anni settanta del secolo scorso.

Sono, invece, a firma dell’artista siciliano Innocenzo Vigoroso i busti di Cesara Merzagora e di Enrico Randone, entrambi del 1991.

Busti dei presidenti di Generali, XIX-XX sec. / ph. Massimo Goina

Storicamente i busti erano esposti nella sala destinata alle adunanze (già salone delle assemblee, poi salone verde) del piano nobile di palazzo Geiringer, come testimoniano alcune foto d’epoca conservate presso l’Archivio Storico di Generali; invece oggi fanno bella mostra di sé all’interno di uno spazio atto a valorizzarne la storia e il pregio artistico, la cosiddetta “saletta dei presidenti” sempre al piano primo dell’immobile.

Qui l’accesso alla banca dati