Geiringer & Gairinger. Un ingegnere con la passione per l’architettura

08 Febbraio 2019

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Il nome di Eugenio Geiringer ricorre spesso nei documenti dell’Archivio storico, poiché svolse un ruolo importante nello sviluppo immobiliare di Generali come consulente tecnico.

Nel lungo periodo della sua collaborazione con la compagnia (almeno dal 1871 fino alla sua scomparsa, quando fu sostituito da Giorgio Polli), l’ingegnere civile Eugenio Geiringer (Trieste 1844-1904) ebbe una parte fondamentale nella progettazione di numerosi edifici della società in Italia e all’estero. Negli anni Settanta dell’Ottocento diresse importanti lavori che cambiarono il volto della piazza principale di Trieste, l’attuale piazza Unità d’Italia, progettando assieme a Domenico Righetti la nuova facciata di palazzo Stratti, per alcuni anni sede della Direzione centrale, e l’Hotel Vanoli (oggi Grand Hotel Duchi d’Aosta). Nel decennio successivo venne incaricato di realizzare la nuova sede direzionale. La passione di Geiringer per il progresso e per le più moderne manifestazioni delle scienze applicate si unì alla vocazione per l’arte classica proprio nel progetto di questo elegante palazzo, il primo edificio a Trieste in cui si utilizzò l’elettricità per l’illuminazione degli uffici. I disegni originali con la sua firma autografa fanno parte del patrimonio archivistico della compagnia

Palazzo di Generali in piazza Venezia, Roma (1902-1907) / ph. Duccio Zennaro

Nel 1904 Geiringer collaborò alla costruzione dell’imponente stabile di Generali in piazza Venezia a Roma. Al tempo stesso svolse anche l’attività di ingegnere ferroviario e in tale ambito è ricordato come progettista della linea tranviaria Trieste-Opicina, che collega la città con il suo altipiano carsico, e soprattutto per la tratta ferroviaria Trieste-Vienna e come autore di diversi progetti per lo sviluppo ferroviario della Carinzia, dell’Istria e della Slovenia. In tarda età, probabilmente verso la fine dell’Ottocento, modificò il proprio cognome in Gairinger: lo attestano alcuni documenti pubblici dell’epoca, il libro Il Monumento a Domenico Rossetti in Trieste che firma come autore assieme ad Alberto Boccardi nel 1901 e diversi necrologi apparsi nel 1904. La nuova grafia del cognome, corrispondente alla pronuncia, venne adottata anche dai figli, uno dei quali, Riccardo, fu impiegato alle Generali.

I suoi poliedrici interessi lo portarono non solo a essere una figura centrale dell’attività immobiliare della compagnia (come attestano i verbali direzionali, la corrispondenza intrattenuta con la dirigenza, conservata nel fondo della Segreteria centrale, e soprattutto le diverse relazioni che accompagnano gli incartamenti nel fondo della Proprietà immobiliare), ma anche della vita imprenditoriale e culturale del capoluogo giuliano. Infatti fu direttore della Banca triestina di costruzioni, presidente della Società degli ingegneri e architetti e membro di diverse strutture amministrative cittadine. Geiringer fu anche curatore dei Civici musei di antichità e storia naturale di Trieste.

Pianta dei capitelli dell’ingresso principale di palazzo Geiringer (1884)