“Scampoletti” di vita vissuta: Ugo Pincherle

28 Giugno 2019

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«Fra i due coniugi vi fu uno di quei silenzi glaciali, opprimenti, che pesano più di qualsiasi parola aspra e sembrano ostili mentre sono soltanto misteriosi» … sembra l’inizio di una commedia melodrammatica, dove il protagonista, al secolo Paolo Narducci, deve affrontare una situazione senza apparente via d’uscita. Per Paolo invece il lieto fine c’è ed è possibile grazie a una polizza di assicurazione!

Un déjà-vu? No, Paolo, con la moglie Nella, sono i protagonisti di un racconto comparso nel 1928 intitolato il Boc (beneficio operazioni chirurgiche), una novella pubblicitaria che promuoveva la polizza Generali per il rimborso degli interventi e della relativa degenza ospedaliera. La reclamizzazione di questa nuova copertura venne affidata alla penna di Ugo Pincherle, con le vignette dell’illustratore e incisore Gorgone Tanozzi, quest’ultimo autore di altre grafiche pubblicitarie per Generali.

Scheda personale di Ugo Pincherle (1947)

Pincherle (Trieste 1888-1958) invece fu un uomo Generali. Impiegato nel settore vita della Direzione centrale di Trieste per quasi quarant’anni, fu un abile traduttore, specialista nel redigere articoli e discorsi, e pubblicò su diverse riviste assicurative, come si legge nel suo fascicolo personale, dove viene anche riportato il fatto che fu l’autore de il Boc, svelando così l’identità dell’anonimo novellista.

Da ricerche più approfondite, si scopre che Pincherle era noto sulla scena letteraria triestina sotto lo pseudonimo di Scampoletti: forse un modo ironico per richiamare i pochi “scampoli” di tempo da dedicare alla sua passione letteraria? Con il nome d’arte di Scampoletti viene ricordato, per esempio, da Mario Nordio nel volume Al Politeama Rossetti di Trieste. Storia di cinquant’anni 1878-1928, come vincitore del concorso di canzoni popolari dialettali indetto nel 1923 dal teatro Politeama Rossetti, con la canzone El Politeama. Più tardi, con lo stesso pseudonimo compare nella pubblicazione Letteratura popolare italiana-giudaica: con un saggio di poesie triestine di Scampoletti, del 1933, edita da Italo Zolli.

Fascicolo personale di Ugo Pincherle (1908-1958)

Sempre dal suo fascicolo personale si apprende che, rescisso dal contratto nel 1938 causa le leggi razziali, durante la seconda guerra mondiale Ugo Pincherle fu impiegato nel PWB (Psychological Warfare Branch): ufficio anglo-americano che durante il conflitto ebbe il compito di controllare il settore della stampa e propaganda anche nei paesi di occupazione militare alleata. Nel 1944 Pincherle fu reintegrato presso l’agenzia principale di Firenze, e successivamente spostato a Trieste sempre nel Ramo vita: alcuni tariffari con la sua firma autografa e annotazioni varie, testimoniano il lavoro quotidiano in azienda.

Un’ultima breve nota, il necrologio comparso sulla rivista aziendale il «Bollettino» del 1958, dove si diede notizia dell’improvvisa dipartita de «il pensionato Ugo Pincherle, favorevolmente noto a Trieste come poeta dialettale sotto lo pseudomino di Scampoletti».

E come Paolo Narducci a conclusione della sua storia «Fece la strada senza vedere altro che la sua liberazione dalle spine velenose che lo avevano avvinghiato e leggendo sulla targa di bronzo antico “Assicurazioni Generali – Trieste” ebbe un sorriso di gratitudine».

Per approfondimenti: P. EGIDI, La “piccola” comunicazione d’impresa. Opuscoli, volumetti, dépliant dell’Archivio storico (1883-1973), in Generali nella Storia. Racconti d’Archivio. Novecento, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 45-55.